I 10 GUSTI DI GELATO PIù SBALORDITIVI E BIZZARRI

Quando è successo che da diversivo estivo il gelato è diventato un dessert passpartout, buono in ogni stagione? Sarà lo sprimacciarsi delle stagioni, la coda lunga-anzi-lunghissima dell’estate che affonda fino alla prima metà di novembre: fatto sta che ne consumiamo dodici chili all’anno pro capite, che se ci pensi bene è veramente un tot, peraltro quasi tutto artigianale – più del 60% delle gelaterie italiane lavora con standard non industriali.

Sarà anche per questo che ci è venuta la voglia di variare gusti, di uscire dai tracciati, di provare a osare: se prima la vera trasgressione era passeggiare con un cono in mano alla festa dell’Immacolata, ora tutta la bizzarria deve per forza concentrarsi su la forma che diamo al nostro gelato, oppure su cosa mettiamo dentro al cono.

Osservare i gusti che le persone si fanno inserire nel cono gelato, in fondo, è come andarsi a spulciare le pagine social.

Ogni scelta può regalarti un punto di vista immediato su quanto qualcuno sia tradizionalista, salutista, temerario o semplicemente in vena di stravaganze.

Quello che segue è un power ranking di gusti strambi, basato essenzialmente su due criteri: la gelatabilità (cioè la verosomiglianza su un cono) e la baldanza. Di conseguenza, contingentemente, finirà anche per essere un power ranking di quanto stramba sia la gente che li sceglie al posto di, che ne so, fragola cioccolato e fiordilatte.

Basilico

Gelatabilità: 6

Baldanza: 3

Le erbe di campo, e le verdure in generale, ti fanno subito fare un’idea di chi le consuma, e un’idea ancora più precisa di chi le mangia gelatizzate. Elegante, raffinato, è più il gelato a rendere gloria al basilico che viceversa. Provarlo dentro una brioscia col tuppo da Corrado Assenza ti convincerà che il gelato verde migliore al mondo non è già più quello al pistacchio, né quello alla menta.

Petali di rosa

Gelatabilità: 7,5

Baldanza: 3

I fiori sono la variante variopinta delle erbe di campo, ma non tutti si prestano alla gelatizzazione: prendiamo la lavanda, per esempio, o la violetta, apparentemente suitable ma in realtà quanto di più vicino a leccare un poutpourri a casa di nonna, o un flacone di profumo.

Delicato e discreto, il petalo di rosa si sposa alla perfezione con i pinoli, darkhorse della categoria frutta secca e forse proprio per questo sfacciati e irriverenti rookies che pensano al pistacchio e alla nocciola come ai dinosauri che dovrebbero estinguersi.

Cipolla

Gelatabilità: 7 (sorprendentemente), + 2 punti di bonus genius lociBaldanza: 7,5

Colore etereo, sapore acidulo ma non troppo, anzi con una sfumatura finale dolciastra, ci sono certe cipolle che messe su un cono non si allontanano troppo, per dire, da un litchi.

Due punti gelatabilità supplementari se ti trovi sulla costiera calabra, dove la cipolla ci manca solo che la trovi nella tazzina del caffè alla mattina.

Aglio

Gelatabilità: 5

Baldanza: 8

Aglione della Valdichiana profumato di prezzemolo e rosmarino: affascinante come condimento di un primo, quasi comfort come secondo a sé stante, decisamente bold sopra un cono. Lo fanno da Otaleg, nel cuore di Trastevere, e se vi state già chiedendo se sfigurerebbe all’interno di un maritozzo siete sulla strada giusta (in fondo tutte le strade portano a Roma). Sicuramente più facile da assaggiare che il celeberrimo gelato all’aglio che fanno a Gilroy, la capitale mondiale dell’aglio, in California.

Nduja

Gelatabilità: 7 (lo avreste detto?)

Baldanza: 8,5

Il gelato alla nduja, ecco, puoi mangiarlo solo in Calabria (vale più o meno lo stesso discorso della cipolla).

E il fatto che non sia riproducibile al di fuori del suo contesto, diciamocelo, è un vero peccato.

Giusta sapidità, un tocco di piccante che ti aspetti-ma-non-ti-aspetti, una dolce nota finale, ma con la virilità al posto della cialda.

Tonno

Gelatabilità: 2

Baldanza: 8,5

Forse qua ci si fa prendere un po’ troppo la mano. Su un cono è credibile solo come peana vacanziero, una roba da one shot only, più per fare il simpatico che con la reale convinzione di mangiarlo fino in fondo. Non ne escludiamo variazioni gastrofighe, da inserire nel piatto del tuo ristorante pettinato, ma sul cono, ecco, no.

Aragosta

Gelatabilità: 2

Baldanza: 8,5

A quanto pare c’è una sola gelateria al mondo, nel Maine (e dove altrimenti?), in cui fanno questo gelato leggendario. Sulla sua invenzione circolano sostanzialmente due tesi: la prima, che i gelatai abbiano avuto l’intuizione per dimostrare quanto freschi e a chilometro zero fossero i loro prodotti (cosa ti rimbalza tra i piedi quando sei in Maine? Aragoste? Mettiamo le aragoste nella coppetta). La seconda: che qualcuno abbia detto «ammazza quanta scelta, vi manca solo che mettiate l’aragosta!» e che il mastro gelataio abbia risposto «prova a tornare domani».

Chi l’ha assaggiato sostiene che sembri una bisque appena tolta dal congelatore: per noi è una nota di merito.

Mac&Cheese

Gelatabilità: 2

Baldanza: 7

Il formaggio gelatizzato è un’ottimo coup de thêatre, ma diciamocelo: a questo punto molto meglio il gorgonzola di questa boutade fatta gelato che è stata lanciata così: «Hai mai visto qualcuno che non sorride mentre mangia un gelato? Hai visto qualcuno che non sorride mentre mangia mac&cheese?”. Una Waterloo dei sillogismi, insomma.

Carbonara, Pizza e Mortazza, Fiori di Zucca e Alici

Gelatabilità: 1

Baldanza: 9

C’è una gelateria a Frascati che si sbizzarrisce nel portare la romanità sul cono. Tempo fa, quando ha aperto l’Antico Vinaio, hanno provato a mettere tutte queste quintessenze capitoline dentro una schiacciata, non eravamo convintissimi della riuscita ma a quanto pare, invece, ha funzionato alla grande. Il fatto è che la romanità, forse, è qualcosa che trascende a tal punto che una cacio e pepe, uno nato a Trastevere, se la mangerebbe anche sottoforma di chewingum.

Passatelli in brodo di gallina e cous cous dolce

Gelatabilità: 0

Baldanza: 10

Nel Delaware c’è un posto in cui hanno mescolato alla vaniglia pomodori, patate e fagiolini, e hanno coperto il cono con una glassa piccante. L’hanno chiamato Thanksgiving Dinner Ice Cream, cioè il Gelato al Gusto Pranzo del Ringraziamento.

Ma noialtri abbiam fatto di meglio. C’è il brodo, c’è la gallina, ci sono i passatelli: ci sono, quindi, tutti gli ingredienti salati massimamente invernali più rappresentativi della generazione umarell, cioè il negativo del gelato se il gelato fosse un dagherrotipo.

Da mangiare con una mano sola, l’altra dietro la schiena, casomai mentre si osservano cantieri sotto la calura di quest’estate intermibabile.

2024-09-02T10:23:50Z dg43tfdfdgfd