SANNIO IN ROSA, PER UNA VISIONE CONDIVISA DEL VINO ROSA DEL SANNIO

Si è svolta a Torrecuso, presso il salone del gusto, Sannio in Rosa, una giornata di talk e degustazioni dei vini rosa delle denominazioni Aglianico del Taburno D.O.C.G. e Sannio D.O.C. Iniziativa promossa dall’Associazione Aglianico del Taburno, Sannio Consorzio Tutela Vini e Associazione Italiana Sommelier delegazione di Benevento. La prima parte dell’evento è stata caratterizzata da “Anteprima Rosato 2023” una degustazione per giornalisti e operatori del settore condotta da Antonella Amodio e Renato Rovetta. A seguire, nel pomeriggio, il Wine TalkUna visione condivisa per il vino Rosa del Sannio” e banco d’assaggio.

Qualche cifra: la Francia produce il 35% del vino rosato del mondo, il principale esportatore di vino rosato al mondo in termini di volume è la Spagna, seguita dall’Italia. A valore, le cose cambiano: il principale esportatore è la Francia, che rappresenta il 45% del commercio di vino rosato nel mondo, seguita da Italia, Spagna e Stati Uniti. In Italia il rosato è una tipologia di vino che sta guadagnando popolarità rapidamente, con un consumo che ancora è destinato a crescere. Va innanzitutto ricordato che l’Aglianico del Taburno o Taburno rosato DOCG è il primo rosato DOCG riconosciuto in Italia.

Ben 15 anni fa il Sannio Consorzio Tutela Vini ha fatto da apripista presentando al MIPAAF e alla Regione Campania la proposta di riconoscimento. Nel 2010 è stato pubblicato il disciplinare di produzione e l’anno successivo il Comitato Nazionale per la Tutela e la Valorizzazione delle Denominazioni di Origine e delle Indicazioni Geografiche Tipiche dei Vini ha dato parere positivo alla richiesta di riconoscimento della DOCG “Aglianico del Taburno”.

“Il Consorzio dunque – sottolinea Nicola Matarazzo, direttore del Sannio Consorzio Tutela Vini – ha scommesso su un vino profondamente contemporaneo, perfettamente in linea con una cucina che negli anni si è alleggerita molto”. Libero Rillo, Presidente del Consorzio Sannio Tutela Vini nel suo intervento di saluto ha sottolineato l’importanza di queste iniziative come strumento di riflessione tra tecnici e addetti ai lavori al fine di trovare soluzioni per incentivare i mercati all’acquisto dei prodotti del territorio.

Francesco Rillo, Presidente dell’Associazione Aglianico del Taburno, ha evidenziato l’importanza dell’iniziativa per “continuare l’azione di valorizzazione dell’area Taburno e radicare ancor più l’Associazione sull’intero territorio con progetti ed attività mirate alla valorizzazione della DOCG Aglianico del Taburno”. La volontà di sdoganare la tipologia di vino rosato è alla base della guida “100 Best Italian Rosè”, di cui la giornalista Antonella Amodio è curatrice.

“La guida, giunta alla quarta edizione, vuole aiutare il consumatore nel riconoscere questa tipologia di vino e prestare l’attenzione che merita in quanto è un vino trasversale, abbinabile con tantissime pietanze”. “Rosa Rosati Rosé 2023” è una guida interamente dedicata al Bere Rosa che raccoglie il risultato dell’assaggio di circa 400 vini e si caratterizza soprattutto per raccontare il territorio di provenienza e le aziende partecipanti; una narrazione alla scoperta di storie, persone e luoghi.

Renato Rovetta, esperto degustatore e direttore di Sommelier friend, è il creatore di questa guida. “Stiamo cercando di passare dal termine “rosato” a “Vino Rosa” e di inserire in questa categoria, tutte le tipologie dai vini fermi ai frizzanti, dal metodo charmant al metodo classico. Abbiamo realizzato una scheda tecnica un po’ differente perché riteniamo che il vino rosa debba essere incentivato con delle peculiarità fondamentali tra cui la piacevolezza al gusto e al naso”. La scheda prevede per il colore 5 cromie e tendenze: rosa cipria, rosa sabbia, rosa salmone, rosa corallo e rosa cerasa. Il primo dato interessante in questa giornata è l’allineamento sui colori dei rosati presenti in degustazione.

Il primo vino in degustazione: Incantesimo Rosa, Sannio Aglianico Rosato DOC, aglianico 100% dell’azienda Rossovermiglio, annata 2021, dimostra che il vino rosa non deve essere bevuto necessariamente in annata ma se ben conservato può durare due, tre anni. Un vino rosato dal colore profondo, con una bella acidità che può reggere un abbinamento con carni bianche. Il secondo vino è Janare Ambra Rosa DOP, Sannio Aglianico Rosato, 2023, de La Guardiense. Un vino pronto, con un timbro molto mediterraneo, con sentore di piccoli frutti rossi ma in cui emergono anche le note vegetali. Un vino docile, adatto a pietanze di pesce. Con il terzo vino in degustazione entriamo nelle DOCG e nell’area del Taburno con l’Aglianico del Taburno Rosato dell’azienda Falluto. Un vino color sabbia, molto equilibrato. Vino da piscina e da barca.

 

Il concetto di vino da piscina si sta sempre più definendo in questi ultimi anni. Si intende un vino rosa easy, poco impegnativo, bevibile tutto il giorno, in ogni contesto di allegria e gaiezza. La degustazione è continuata con l’Aglianico del Taburno Rosato DOCG, La Masseria di Maria di Cautano, un vino in equilibrio tra aromi di naso e di bocca, con sentori di mandarino generalmente insoliti ma molto interessanti. Una bella freschezza e un tocco di mineralità che rende il vino abbinabile a tutto pasto. L’Aglianico del Taburno DOCG Rosato, di Cantine Iannella di Torrecuso è un perfetto esempio di rosa corallo, con sentori di frutti rossi, rosa ed erbe aromatiche.

Roseto Aglianico del Taburno DOCG, Rosato di Viticoltori San Martino rientra in un progetto speciale della Cantina di Solopaca, nato con lo scopo di valorizzare le uve che i soci della cooperativa coltivano nell’areale del Taburno. Qui nel Comune di Torrecuso, la cooperativa ha dato vita ad una piccolissima cantina all’interno della quale avviene la vinificazione delle uve dei vigneti circostanti. Aglianico del Taburno DOCG Rosato di Il Poggio, risulta più carico ed esplosivo. Minerale, fresco e sapido quasi salmastro. Adatto ad abbinamenti anche più spinti.

Mà Rosa Aglianico del Taburno Rosato DOCG, Nifo Sarrapochiello, dal colore ramato con note prima vegetali e poi fruttate. Al palato si distingue per la sua acidità equilibrata. Tutti vini di altissima qualità, vini rappresentativi, di facile bevibilità, godibili, immediati e dal costo non elevato. Si è aperta poi una discussione in merito alla necessità di creare dei parametri identificativi del Rosato del Taburno al fine di renderlo immediatamente riconoscibile. Si è discusso di colore, grado alcolico e parametri da seguire per l’identificazione. A tal proposito non si è potuto far a meno di citare la Provenza i cui vini rosati si distinguono per eleganza, freschezza e versatilità.  Gli studi condotti su questi vini hanno portato all’identificazione di uno stile distintivo, tanto che è stato persino brevettato un colore specifico unico, confermando la sua identità nel panorama vinicolo.

Naturalmente la discussione si è animata tra chi sostiene la tesi della grande varietà del territorio che va espressa e sottolineata, esaltando le peculiarità delle microzone del Taburno e le differenze di ogni singolo appezzamento e chi guarda alle potenzialità dell’Aglianico del Taburno o Taburno rosato DOCG in termini di mercato e ritiene necessaria una identità stilistica che renda riconoscibile il prodotto nei mercati nazionali e internazionali.

La discussione evidenzia la complessità e l’attualità del tema: un dilemma interessante tra la valorizzazione delle peculiarità territoriali e la necessità di creare parametri distintivi per il Rosato del Taburno, con la Provenza che offre un esempio di successo nella creazione di un’identità vincente. Tuttavia, resta centrale il legame tra il territorio e il prodotto, poiché la connotazione territoriale riveste un’importanza fondamentale nel mercato dei vini rosati, dove i consumatori cercano autenticità e connessione con il luogo di provenienza.

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